Anche se con delle variazioni percentuali, Twitter e Facebook rimangono i canali predominanti per la Social Diplomacy in Italia. Ma, mentre Twitter continua a prevalere, è su Facebook che si collocano sia le maggiori interazioni, sia i profili più influenti.
Due i fenomeni “nuovi” rilevati. Il primo consiste in una netta separazione dei contenuti lato utente in termini di maggiori interazioni: geopolitica su Facebook e Twitter, cultura e tradizioni su Instagram e YouTube. Il secondo, in una quasi inversa proporzione tra quantità ed efficacia, nel senso che la pubblicazione di tanti post non necessariamente significa anche migliori risultati in termini di riscontri e posizionamento.
L’attenzione alla geopolitica rimane alta e chiaramente focalizzata, a portare nei primi posti delle classifiche i Paesi percepiti come “di interesse” rispetto alla situazione: a parte la Russia e l’Ucraina, principalmente Cina e Stati Uniti. Ma anche la Romania, che su Facebook conferma l’ottimo trend osservato finora con un primo posto nell’Embassies Social Index (ESI) e un secondo nella classifica I Say Social Index (ISSI) dei profili più influenti, dopo la Russia. Oppure l’India, presente nei rank ESI, ISSI e fanbase Twitter e Instagram.
Infine, i 5 cambiamenti rilevati il mese scorso nel mondo della Social Diplomacy sembrano delinearsi come tendenze – aspetto che andremo ad approfondire nel prossimo Osservatorio, mensile ma anche sui 12 mesi dall’inizio della nostra ricerca.
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